PER COME LA VEDO IO #1
Da bambino giocavo a pallone.
Male… ma non malissimo.
Però i miei mi volevano musicista. Suonavo il pianoforte e facevo schifo. Perché non me ne fregava nulla e volevo giocare a calcio.
Ricordo un saggio di fine anno in cui non presi una nota ma ero davvero soddisfatto, perché almeno era finita e buone vacanze a tutti.
L’anno dopo era ancora così, stessa spiaggia stesso mare. Verso le ultime lezioni la professoressa naturalmente mi disse che non ne voleva sapere di una mia eventuale “partecipazione” al saggio di fine anno. Mia madre si incazzò come una bestia quando glielo dissi. Ma mica con lei, con me. E quindi facemmo un patto. Se io avessi fatto un buon saggio l’anno dopo non sarei più andato a pianoforte.
Studiai di brutto e mi presentai a lezione sapendo la mia parte. La prof era totalmente incredula. Non avevo proferito una nota in tutto l’anno e adesso in una settimana avevo imparato un pezzettino di musica classica.
Però, come dissi, finito il saggio finita la musica.
Era l’ora del fotbal!
Ah, se tu sapessi…quanti calci! Quante poche vittorie! Quanti allenamenti saltati per un misero filo di pioggia. Ah, se tu sapessi.. che disastro!
E così, a 12 anni, presi in mano la chitarra. Mio padre mi insegnò qualcosa.
E io mi buttai, assieme a Luca “Lupus” Carpi e Pierluigi Giuberti (“Pjer”, il mio sodale compagno di merende), a suonare e a scrivere canzoni.
Oddio…. “scrivere canzoni” è un parolone. Però io e Pjer nello studio da geometra di suo padre ci passavamo i pomeriggi ad ascoltare musica, a suonare e soprattutto…ad inventarci storie.
Storie che non avevano né capo né coda, storie paradossali, assurde, grottesche. Fantasie allo stato puro.
Una di queste fini in una delle prime canzoni che scrivemmo: “Mare di Rimini”.
“Mare di Rimini” è stata scritta nel 1990 e qualcuno ricorderà le mucillaggini che distrussero molte aspirazioni vacanziere quell’estate. Una roba terrificante, schifosa, che ci colpì molto.
Questo è il “testo”, ma vi consiglio di leggerlo dopo, mentre ascoltate la “musica”. Renderà di più…eheh
“MARE DI RIMINI”
(Giuberti/Bossini, Giuberti/Bossini/Carpi)
“Caro andiamo al mare di Rimini quest estate?”
“Eeeeeeeeeeehhhh??????
Mare? Mare??? Mare adriatico?????”
“Mare adriatico putrida fogna, tomba degli italiani
Con le sue spiagge radioattive piene di alghe della Vanna Marchi
C’è più varietà di roba nelle acque di Rimini che in un supermarket
Quando vai a fare un weekend a Rimini torni a casa con 30 anni di piùùùùùùùùùù!
I pesci sono tanto luridi che chiedono l’elemosina
E la gente è tanto veloce a scappare che hanno abolito i caselli autostradali
No cara no no noooooooooooooooooo!!!!”
Detto questo, la mamma di Pier era molto interessata a quello che facevamo, ne rideva parecchio.
Di conseguenza non sono certo che il 100% di questo testo fosse tutta farina del nostro sacco o se magari qualche dritta ce l’avesse data anche la “Pinuccia”. Noi alla fine, eravamo due ragazzi di….12 anni!
Però ripeto, avevamo una fantasia sconfinata..
Ah, questo pezzo è fatto su 1 accordo uno. Un bel sol. Che non so nemmeno se sia maggiore o minore, è indefinito. Ma noi non avevamo tempo da perdere sugli accordi, avevamo troppa voglia di “dire” la nostra e soprattutto… di fare degli assoli. Come adesso!
Nico
ps.: non avevamo e non abbiamo assolutamente niente contro la Riviera Romagnola, anzi!!! E’ che all’epoca ci venivano fuori così…